Le sue innumerevoli qualità hanno fatto della seta la regina incontrastata fra tutti i materiali per le cravatte: la finezza e la morbidezza al tatto, la brillantezza, la resistenza, l'elasticità, la facilità con cui la si può tingere.

I grandi appassionati di cravatte, che ne sono anche davvero poi dei conoscitori, utilizzano frequentemente un espressione davvero condivisibile per evocare una sensazione particolare: "mano".

Le cravatte hanno forme, colori e motivi propri, ma hanno anche una propria "mano",  ovvero la sensazione che suscitano al tatto per apprezzarne il materiale, il peso e il volume.

In fatto di cravatte ci sono molti fattori che contribuiscono ad una meravigliosa esperienza tattile: la natura e la qualità del tessuto, le finiture, la cura nella confezione.

Ecco ciò che ricercano i veri amanti della cravatta, per i quali questo capo d'abbigliamento non rappresenta solo un espressione o un ornamento, ma anche e soprattutto qualcosa di straordinariamente piacevole al tatto, al tempo stesso morbido e consistente come la propria pelle.

Partendo da un semplice filo quindi artigiani e professionisti di altissimo livello conducono a quel piacere con la loro sapiente arte.

La seta è il materiale regina per le cravatte e consente una pressoche infinita gamma di cravatte: quella in raso di seta, quella variopinta realizzata con diversi modi di intrecciare i fili di catena e di trama e quindi diverse tessiture per lo stesso tessuto: insomma, nessun desiderio della vista e del tatto risulta irrealizzabile.

Due grandi categorie di cravatte si dividono i piaceri della seta: quelle operate in "seta jacquard", o in maniera ancor più esplicita "tinte in filo" e quelle invece stampate o "tinte in pezzo".

Nel primo caso, i disegni sono tessuti con fili di diverso colore, mentre nel secondo, ogni colore diverso viene stampato su un pezzo di seta, che può essere greggia, tinta oppure operata.

Poichè permette realizzazioni di notevole finezza e di ineguagliabile ricchezza per tessitura e rilievo, la sera operata rappresenta davvero il top in fatto di cravatte: risultato di sontuose tessiture, le cravatte di seta operata sono  considerate da tutti come le più eleganti in assoluto, anzi per usare un termine più adatto sono le più chic.

"Le cravatte di un gentleman sono di seta operata", in "Le chic anglais" James Darwin esprime a tal proposito un principio a cui non è possibile essere in disaccordo.

Molto più costose da realizzare rispetto alle cravatte stampate, quelle operate rappresentano oggi circa 1/5 di tutta la produzione di cravatte in seta.

Ma sono comunque in continua espansione, determinata dall'attuale tendenza a voler indossare cravatte che siano eleganti ma allo stesso tempo non eccessivamente vistose.

Solamente un'esperta tessitura infatti consente di affievolire i toni audaci di determinati colori.

Per i più appasionati è davvero necessario visitare il paradiso incontrastato di questo genere di cravatte, la Charvet di Parigi, per toccare con mano il talento, l'immaginazione, la precisione maniacale ma soprattutto la passione che questi grandi professionisti mettono nella tessitura, allo scopo di ottenere un perfetto finale.

Sfoggiare una cravatta blu dai riflessi argentei che si colorano di rosa al minimo movimento, ammirare i motivi cachemire che si prestano ad effetti di metamorfosi in funzione della luce, accarezzare la morbidezza dei fili di seta: i migliori tessitori di seta per cravatte, sono oggi principalmente italiani, svizzeri, inglesi e tedeschi, e sono dei veri maghi del filo.

Una volta scelta la struttura e ideato il motivo della cravatta, tutto inizia presso il tessitore o presso un professionista specializzato, con la fase della "messa in carta", un procedimento messo a punto dai produttori di seta di Lione, che consiste nel riprodurre su un foglio di carta il modo di intrecciare i fili di catena e quelli di trama, la cosidetta armatura, dando luogo alla struttura desiderata e alla realizzazione del disegno nei minimi dettagli.

Questa operazione è lenta e davvero minuziosa, tanto più complessa quanto più il disegno è elaborato per armatura e colorazione, ed è stato esclusivamente praticato a mano fino a tempi recenti.

Ai giorni d'oggi, il preciso e rapido lavoro dei computer ha completamente stravolto questa tradizione.

Un azienda ci guadagna in termini di competitività e di profitti, ma l'arte della tessitura della seta ne risente in termini di varietà visto che alcuni particolarieffetti per ora sono ancora irrealizzabili dalle macchine.

In una seconda fase, La "messa in carta" viene trasferita su un cartone del telaio, manualmente tramite una macchina chiamata "dattilografa", oppure si può ottenere un  risultato del tutto simile per mezzo di uno scanner che trasmette la informazioni alla macchina cucitrice.

Il cartone perforato viene poi posto su un telaio, oggi in gran parte sostituiti da telai elettronici, nei quali è sostituito da un semplice disco numerico.

I fili tinti posti sul telaio sono stati "scopinati" e poiché perdono del peso in questa fase di tintura a caldo, vengono immersi in un bagno di appretto vegetale o in una soluzione ricca di sali minerali che restituiscono loro il peso iniziale.

Questo lungo procedimento contribuisce in modo naturale al piacere del tatto delle cravatte di seta jacquard; fra queste quelle di maggior qualità sono quelle tessute con un filo di seta continuo, opzione che esclude completamente l'utilizzo di bavelle, cioè di filati discontinui ottenuti dalla filatura dei cascami di seta.

La bavella viene spesso utilizzata per la seta delle cravatte stampate, che sono di solito meno brillanti rispetto a quelle operate.

Grazie a queste precise tecniche di lavorazione, le cravatte operate offrono all'uomo la sua unica possibilità di indossare tessuti raffinatissimi, costituiti da più armature sovrapposte.

L'intreccio tela è il più comune e da luogo al "reps", a larghe coste longitudinali, all'ottomano, a coste trasversali, al "crepe", che si caratterizza dalla superficie granulosa da cui deriva una forte torsione imposta ai filati, e al "faille", caratterizzata da noduli molto più marcati e a coste trasversali.

L'intreccio saia è quello più usato per le cravatte stampate e presenta al contrario coste oblique.

L'intreccio raso infine è utilizzato per produrre proprio il raso, la più brillante fra le sete operate e la più liscia e morbida, perché la sovrapposizione di un filo di trama con almeno quattro fili di catena elimina ogni asperità.

Questo tipo di sovrapposizione di più fili è detta "flottè" ed è presente in svariati disegni di cravatte di tessitura elaborata.

I grandi professionisti comunque potrebbero non accontentarsi di questi tre tipi primari di intreccio e dei particolari tessuti che ne derivano.

Sulle cravatte più apprezzate è possibile riscontrare delle armature derivate come il "nattè", il "sablè" oppure il "cannelè".

Si possono poi trovare cravatte in fine garza di seta o altre, derivate da queste ultime e particolarmente amate dagli appassionati, in "grenadine", un tipo di seta la cui tessitura piuttosto rada ricorda il tessuto di maglina.

L'immenso piacere al tatto deriva dalla particolare torsione dei fili di trama, che conferisce alla grana una finezza particolare.

Le cravatte di grenadine sono molto apprezzate anche e soprattutto per la perfetta tenuta che assicurano al nodo.

Esistono anche cravatte di tessitura più semplice, ad un solo intreccio, ma è proprio giocando con le diverse armature, combinandole tra loro, privilegiando un effetto di trama oppure di catena per far risaltare un determinato colore, alternando i motivi e moltiplicando le sfumature che i tessitori, stimolati sia dai clienti sempre più esigenti che dagli stilisti, rendono la cravatta un capo davvero nobile.